La pratica regolare dello Hatha Yoga può produrre profondi cambiamenti sullo stato mentale e fisico:
Per poter trasmettere in modo efficace gli insegnamenti del suo Maestro, e con essi portare in occidente tutta la saggezza dell’India, Swami Vishnudevananda promosse una pratica quotidiana articolata in cinque principi fondamentali:
Nella tradizione yogica ci sono 4 percorsi principali per raggiungere l’autorealizzazione. La Bhagavad Gita, uno dei principali testi sacri della tradizione induista e testo di riferimento per tutte le tradizioni spirituali del mondo, descrive tre di questi percorsi: lo Yoga della Saggezza, il Jnana Yoga, lo Yoga dell’azione disinteressata, il Karma Yoga e lo Yoga dell’Amore o dell’unione al Divino, il Bhakti Yoga
Un sistema che si è sviluppato poco più tardi di questi tre è il Raja Yoga, lo yoga regale. Il primo famoso maestro del Raja Yoga fu Patanjali che scrisse gli Yoga Sutra (Aforismi sullo Yoga) circa 2000 anni fa.
Questo yoga è anche chiamato Ashtanga Yoga, lo Yoga delle 8 membra, ovvero gli 8 passi che devono essere simultaneamente perfezionati dal praticante al fine di raggiungere lo stato ultimo di unità con il principio universale della creazione. Queste membra sono: Yama (astensioni), Niyama (osservanze), Asana (posizione stabile e confortevole), Pranayama (respiro consapevole), Pratyahara (controllo dei sensi), Dharana (concentrazione), Dhyana (meditazione) e Samadhi.
L’enfasi principale di Patanjali era su come trovare la pace mentale attraverso la meditazione. Inoltre, secondo Pathanjali, poiché il corpo e la mente sono così strettamente collegati, senza un corpo rilassato, sano e forte, è difficile calmare la mente.
L’Hatha Yoga è un’altra via, che attinge principalmente dal Raja Yoga con una maggiore enfasi su pranayama e altre pratiche, come asana e mudra. Lo scopo principale dell’Hatha Yoga è di bilanciare le energie del corpo per risvegliare la Kundalini, la fonte primordiale dell’energia divina, che giace addormentata in ogni individuo. Le istruzioni per queste pratiche si trovano, nell’Hatha Yoga Pradipika, che risale a circa il XVI secolo ed è uno dei testi fondamentali sull’argomento. Tra i primi fondamentali passi in questo percorso troviamo la purificazione dei canali energetici del corpo, le nadi, e il bilanciamento delle due principali correnti di energia che sono “Ha” – energia solare, maschile e “Tha” – energia lunare, femminile. Ciò si ottiene seguendo uno stile di vita appropriato e praticando l’Anuloma Viloma pranayama, noto anche come Nadi Shodhana che significa purificazione delle nadi.
I percorsi di Raja Yoga e Hatha Yoga sono quelli che hanno influenzato maggiormente il modo in cui lo yoga viene praticato oggi.
Chi sono io? Qual è lo scopo della mia vita? Perché alcuni sembrano avere una vita molto più facile di altri? Da dove vengo e dove vado?
Queste sono le classiche domande su cui quasi tutti riflettono almeno una volta nel corso della vita. Alcuni spendono l’intera esistenza sforzandosi di cercare le risposte.
Lo Hatha Yoga insegna a vivere in modo naturale e a mantenere il corpo fisico in buone condizioni in modo che il Jiva (l’anima individuale) possa raggiungere senza problemi lo scopo ultimo della vita, la realizzazione del Sé. Uno yogi dovrebbe avere una conoscenza approfondita del corpo fisico e del suo funzionamento.
La vita è Dio che si esprime. La vita è gioia. La vita è essere colmi della beatitudine dello Spirito. La vita è un flusso di consapevolezza. La vita vibra in ogni atomo. C’è vita ovunque. La materia inanimata non esiste. C’è vita anche in un sasso.
Tutta la materia vibra di vita. Tutto ciò è stato provato in modo certo dalla scienza moderna.
Un giorno Bhaskali, discepolo di Bhava, avvicinò il suo guru e gli domandò dove si trovasse l’Eterno, il Supremo Infinito, il Brahman delle Upanishad. Il maestro non rispose. Il discepolo lo chiese più volte ma questi continuava a non rispondere rimanendo completamente in silenzio. Infine il maestro disse: ‘Ti ho risposto più volte, ma tu non mi capisci. Cosa debbo fare? Quel Brahaman, l’Infinito, l’Eterno non possono essere spiegati, ma solo conosciuti nel più profondo dei silenzi. Non vi è nessun altro luogo dove Egli possa dimorare se non in quel silenzio profondo e eterno. Ayam Atma Santah. Questo Atman è Silenzio’.